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Io, Sergio e... (seconda parte)


di Animaerrante
03.07.2015    |    10.691    |    5 9.5
"Riconosco il mio dolce sapore e non ci sto a farmi prendere in giro così..."
Poi si alza in piedi ai bordi del letto e si sfila la camicia. "Perché invece di sprecare fiato non lo usi per fare altro?!" Ribatto io senza guardarlo e lanciandogli contro il reggiseno. Poi mi metto a gattonare verso di lui, gli sfilo la cintura e la metto sul comodino, gli slaccio i jeans e mi ritrovo davanti agli occhi il suo pacco che a malapena riesce a stare dentro gli slip. Lui con dolcezza inizia a raccogliermi i capelli a coda di cavallo fino a quando riesce a tenerli tutti nella mano destra. Ora, con un semplice gesto, avvicina ancora di più il mio viso al suo uccello e si prepara a godersi lo spettacolo. Io lo assecondo, curioso all'interno degli slip e inizio a dargli dei bacini delicati proprio dove desidera lui, dove mi conduce lui indirizzandomi con la mano.
Ma gli slip mi danno fastidio e con due mani afferro slip e jeans e con un colpo abbastanza deciso sposto tutto più giù di una quindicina di centimetri così ora è lui a non essere completamente libero. Torno a quel che stavo facendo o meglio mi fa tornare, tirandomi per la coda. È ora di fargli imparare le buone maniere! Inizio allora ad oppormi ai suoi movimenti e a stuzzicarlo con la lingua un po' qua e un po' là. Il divertimento dura poco anche se il suo uccello pareva gradire il giochino. Si allontana dalla "morsa" e si toglie del tutto gli indumenti. Poi si china verso di me, mi prende dai fianchi e mi fa volare a pancia in su nel bel mezzo del letto. Non faccio in tempo ad aprir bocca che il mio perizoma è già finito sulla poltrona a fianco del letto e ci ritroviamo completamente nudi: io sotto e lui sopra. Scende repentino in mezzo alle mie gambe e affonda senza pensarci troppo la lingua nel mio fiore.
Accuso il colpo: non me l'aspettavo! Faccio per alzarmi ma riesco solo a piegare leggermente le gambe, ad alzare un poco la schiena e ad appoggiarmi sui gomiti: le sue mani mi immobilizzano e mi tengono il bacino attaccato al suo volto. Mi viene naturale estendere la testa all'indietro mentre sussurro: "Fanc.lo!"
Fanc.lo perché ora mi farà pagare tutto quello che ha subito poco prima e infatti si mette subito a giocare con il mio campanellino alternando movimenti lenti a colpetti un po' più decisi. Mi porta velocemente vicino al punto del non ritorno e improvvisamente si sposta e inizia a baciarmi lì intorno. Questa volta non riesco a trattenermi e mi esce un: "Bastardo!". Lui alza il capo, mi sorride e mi viene a dare un bacio in bocca. Riconosco il mio dolce sapore e non ci sto a farmi prendere in giro così. Con le gambe gli stringo la vita e avvicino il mio fiore al suo membro: lo volevo dentro tutto e subito! Lui mi tiene a distanza e alzando il dito indice inizia a muoverlo a destra e a sinistra come si fa con i bimbi quando non devono fare qualcosa. In questo momento ho voglia di ucciderlo! Lui invece, con tranquillità e delicatezza, porta le sue mani sulle mie spalle e mi spinge verso il basso fino a farmi distendere completamente, poi torna in mezzo alle gambe, ma questa volta con l'aiuto di una mano.
Chiudo gli occhi per concentrare tutta la mia attenzione lì sotto e mi preparo a spiccare il volo nel mondo del piacere. Gli accarezzo i capelli mentre lui si diverte a passarmi la lingua su e giù sulle piccole labbra e a soffermarsi ogni tanto a stuzzicare il campanellino che in poco tempo si gonfia e diventa sensibilissimo. Contemporaneamente con due dita mi penetra ripetutamente ma con calma e decisione come se stesse cercando qualcosa. Inizio a contrarre i muscoli uno dopo l'altro, il mio respiro si fa più affannoso e con una mano vado a stringere sempre più la sua mano che mi cinge il fianco. Lui si accorge di quello che sta succedendo e aumenta il ritmo. Non ce la faccio più ed esplodo in un mugugno di piacere. Mi tappa la bocca con una mano mentre con l'altra continua a penetrarmi sempre più a fondo. Mi piace e capisco al volo che vuole raggiungere il "pulsante" del paradiso. Lo sfiora e se ne rende conto, allora cambia movimento per arrivarci meglio e io non capisco più nulla. Sento un improvviso immenso piacere in mezzo alle gambe e le mie cosce iniziano a bagnarsi come se lì sotto ci fosse una fontana zampillante. I mugugni si sono trasformati in urla e per non svegliare tutto il vicinato mi sotterro il volto nel cuscino. Passano alcuni minuti, non saprei dire quanti e finalmente inizio ad aprire gli occhi e a riacquistare il lume della ragione: sul lenzuolo c'è una macchia enorme e io mi sento come se fossi finita sotto un tir. Sergio se la ride di gusto mentre si passa le mani in un asciugamano e posso leggere sul suo volto la soddisfazione; ma nella stanza è cambiato qualcosa: c'è più luce di prima. Dalla porta d'ingresso filtra la luce del vialetto, ma perché la porta d'ingresso non è più chiusa?!
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